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Da dove arriva la Riflessologia Plantare

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Abbiamo già parlato della mia visione della Riflessologia Plantare, oggi voglio invece ripercorrere la storia di questa metavigliosa disciplina.

Le prime fonti della riflessologia plantare

Il massaggio ai piedi è stato adoperato come ausilio nella diagnosi e nella cura di disturbi fisici fin da tempi antichissimi.
Le prime fonti che ci narrano di un trattamento ai piedi ci porta in Cina ed in India con presupposti simili a quelli dell’agopuntura, perciò dell’individuazione di un preciso punto sul quale effettuare una manovra specifica.

Dipinto di Saqqara "La tomba del grande medico"
Dipinto di Saqqara “La tomba del grande medico”

In Egitto è stata trovata la testimonianza più antica sotto forma  di raffigurazione pittorica, ossia, il dipinto di Saqqara, ritrovato nella piramide di Ankhm’ahor, la “Tomba del Grande Medico” (2263-2423 a.c.); l’opera, risalente al 2330 a.C., raffigura il massaggio dei piedi e delle mani, e reca una scritta geroglifica sotto forma di dialogo così tradotta:

“Fa in modo che il dolore se ne vada”
“Farò ciò che vorrai”.


Si è altresì venuti a conoscenza che anche gli sciamani pellirosse basavano le loro cure avvalendosi dei punti riflessi dei piedi ottenendo notevoli benefici.

Il primo testo conosciuto sulla Riflessologia risale indicativamente al 700 a.C. e fa parte di un libro importantissimo: “Il Libro dei Mutamenti” (Yi King) scritto da Huang Li. In questo libro vengono riportate la gran parte delle conoscenze tramandate nel corso degli anni per la cura naturale di corpo e mente. Questo libro è ancora utilizzato nelle facoltà di medicina come riferimento per l’insegnamento di svaritae discipline quali:  riflessologia, agopuntura, digitopressione.

La riflessologia plantare dall’ottocento ai giorni nostri

In epoca più recente il medico statunitense William Fitzgerald (1842-1942) si dedicò, durante svolgimento del suo lavoro di otorinolaringoiatra, alla possibilità di trattare organi, ossa e muscoli mediante la compressione di zone  lontane da essi. Fitzgerald infatti, aveva studiato come gli sciamani pellirossa, tramite la stimolazione di punti riflessi nelle mani e nei piedi, ottenevano potenti effetti anaglesici. Egli giunse alla suddivisione del corpo e del piede in 10 porzioni verticali e 3 orizzontali, creando una vera e propria mappatura del corpo umano. Affermò così che effettuando una pressione in ogni singola area verticale era possibile stimolare gli organi corrispondenti a quella zona.

Nel 1913 una mappatura sistematica dei punti riflessi sul piede venne comunicata a colleghi dentisti che in taluni casi cominciarono ad utilizzare il sistema di digito pressione per anestetizzare i loro pazienti in assenza di analgesici. La terapia zonale divenne molto utile ed apprezzata soprattutto da dentisti, ginecologi, kinesiologi, chiropratici. Proprio loro praticandola la ampliarono e la diffusero presso altri ambiti medici.

In Russia spicca la figura del Dottor Betcherev (1859-1927) specializzato in neurologia. A lui nel campo della riflessologia dobbiamo il contributo di maggiore importanza riguardo lo studio delle localizzazioni cerebrali e dei  riflessi nervosi.

Avvicinandoci a tempi più moderni arriviamo alla fisioterapista statunitense Eunice Ingham (1889-1974) che creò in America una scuola specifica e rese molto popolare la tecnica della terapia zonale. Fino ad arrivare alla  terapista Hanne Marquardt  nata nel 1933, che sperimenta il metodo in europa dal 1958 al 1967, dando vita alla scuola tedesca.

In Italia il metodo arriverà grazie a lei con la traduzione del suo libro:

“Il massaggio zonale riflesso del piede“.

Oggi la Riflessologia Plantare vanta scuole in tutto il mondo sia occidentale che orientale. In Italia questa tecnica entra a far parte delle discipline olistiche ed è normata dalla legge 4/2013. Esistono corsi di auto-massaggio, oppure percorsi per diventare esperti di Riflessologia Plantare di varia durata e che rilasciano differenti titoli: attestati o diplomi di formazione.
Questi titoli possono essere valevoli a livello regionale, italiano o europeo.

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Foto di Esther Ann su Unsplash

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