Non voglio smettere di studiare.
Ogni tanto mi riprometto di fermarmi, di stare con quello che ho già visto e conosciuto, ma non è possibile.
Se non praticassi, se non mettessi mano a ciò che studio, probabilmente mi sarei fermata prima. Invece la pratica apre la strada a nuove domande, a impensate considerazioni, a supposizioni da indagare, e possibilità da sperimentare…
Mi sono chiesta che cosa produca nel corpo un massaggio e mi sono accorta di quanti benefici produca: permette una lubrificazione delle articolazioni grazie alle manovre muscolo-scheletriche, allenta le tensioni muscolari, drena, nutre ed ossigena la pelle, sviluppa endorfine, stimola il sistema circolatorie e linfatico, distende la fascia, crea uno spazio di coccola per la persona, consente il riequilibrio sul piano energetico, stacca la mente dai pensieri ripetitivi, chiude gli occhi e sviluppa olfatto, e tatto e se c’è la musica, e nei miei massaggi c’è, anche l’udito, permette di sperimentare l’abbandono e la fiducia nell’altro, connette col diaframma e la respirazione completa….
Per quanto tempo è stata la seconda questione sulla quale mi sono soffermata. Durante il massaggio i benefici sono diretti e direttamente proporzionali alla capacità di abbandonarsi ad esso. Capacità che si affina con la pratica. Perciò consiglio a tutti di farsi fare almeno tre massaggi. Generalmente questo è lo scopo dei pacchetti proposti dagli operatori, non solo il guadagno, esigenza di chiunque lavori per mantenersi. Il massaggiatore che propone più trattamenti vuole permettere al suo cliente di far perdurare il più a lungo possibile i benefici ricevuti, fino a renderli il nuovo stato fisiologico della persona. Il corpo infatti ha memoria e si può giocare d’astuzia per fargli ricordare il benessere ricevuto dal trattamento, e farlo proprio in via definitiva. Allora mi è sorta una terza domanda: “Ma per quanto tempo le informazioni date al corpo dal massaggio restano attive?” La durata varia da corpo a corpo e da informazione ad informazione. La domanda era mal posta. Allora l’ho girata così: “C’è un modo meccanico per dare e mantenere viva l’informazione?”
Sì, il taping neuromuscolare.
Ottimo. Voglio saperne di più.
È un nastro elastico solo in senso longitudinale, la cui capacità elastica è simile a quella della pelle, della quale ha lo spessore per cui non è percepito dalla pelle stessa. Il nastro ha un collante acrilico anallergico al 100%, disposto in modo tale da formare delle circonvoluzioni simili a quelle della pelle, per consentire l’evaporazione della colla stessa. Si applica su cute pulita e può restare anche per un lungo periodo (cambiato dall’operatore ogni tre giorni).
Il nastro agisce sulla pelle stimolando il sistema analgesico endogeno, ossia le endorfine, il nostro anestetico naturale, esattamente come avviene durante il massaggio. Il nastro stimola i meccanocettori: recettori sensibili alla deformazione tissutale, inoltre attiva il sistema inibitore discendente, che ha una funzione inibente sul dolore.
Mi piace la possibilità di poter inviare al corpo un messaggio in modo continuativo per informatizzare il corpo affinché si avvii e persista nella strada del benessere.
Ecco perché ho deciso di approfondire il taping neuromuscolare drenante e per le cicatrici!
Foto di Miguel Luis su Unsplash
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